Volley Pesaro, l'appello dei Balusch: "una realtà che non può morire, sindaco aiutaci"

Volley Pesaro, l'appello dei Balusch:

Lettera dei supporters della squadra che ha centrato i playoff: "La Città dello Sport, sta facendo morire per l’ennesima volta la pallavolo di alto livello nella propria città"

I Balusch – Volley Pesaro Supporters

I Balusch, i tifosi della pallavolo, vogliono sottolineare come questo sport sia una realtà che a Pesaro non può scomparire, come purtroppo già successo nel 2013 dopo 3 scudetti consecutivi e tanti altri trofei. Se c’è qualcuno che ha onorato al meglio la “Pesaro Città dello Sport 2017” , questi siamo stati noi.

In realtà non siamo qui per lodarci e per parlare di vittorie, perché in questi anni abbiamo dimostrato che per noi il concetto di sport va ben oltre il successo ottenuto in campo.
Tuttavia ci teniamo ad informare chi ancora non ne fosse al corrente, che il Volley Pesaro in 5 anni è passato dalla B1 ai playoff scudetto di serie A1– dopo essere stato costretto ad abbandonare l’A1 nel 2013 per lo stesso motivo per cui oggi siamo qui a scrivere e cioè per una mera questione di soldi e di sponsor.

Questi incredibili risultati sono stati frutto della passione, della competenza, del coraggio e delle risorse economiche di Barbara Rossi e Giancarlo Sorbini. Coloro che cinque anni fa, dopo essere stati abbandonati, hanno fatto si che la pallavolo a Pesaro non morisse. Circondandosi esclusivamente di persone appassionate quanto loro, ogni anno con i budget più risicati rispetto agli avversari, hanno consentito al Volley Pesaro di lottare sempre per obiettivi importanti.

Chiediamo soltanto che l’azione amministrativa di un Ente Locale, come il Comune di Pesaro, abbia una attenzione particolare alle dinamiche dello sport locale indipendentemente dalla disciplina.

Tecnici e giocatrici, professionisti veri, negli anni sono stati disposti a percepire stipendi più che modesti pur di lavorare qui. Pur di giocare per Pesaro. Ma poco è stato fatto per loro e per il Volley Pesaro, che hanno portato in alto il nome della città per l’Italia. Poco o nulla è stato fatto per le 400 ragazzine del settore giovanile che sognano di ripercorrere le orme delle loro beniamine. Poco o nulla è stato fatto per noi Balusch, tifosi che non hanno mai abbandonato la squadra, indipendentemente della serie. Sempre presenti, con entusiasmo e correttezza, esempio di fair-play e convivialità riconosciuto da tutte le tifoserie avversarie. Promotori di numerose iniziative: dal Terzo Tempo post-partita con i supporter avversari, alla lotteria di Natale, alle cene, alle sorprese organizzate per le ragazze, nelle vittorie e nelle sconfitte.

Ecco, questo è il “patrimonio” che si rischia di perdere, l’essenza del valore educativo dello sport, praticato e partecipato. Un “patrimonio” che Pesaro ha sempre dimostrato di avere ma che con fatica riesce a mantenere, ed è per questo che occorre alzare l’asticella dell’attenzione e attivare quei meccanismi “sociali” che riportino ad una partecipazione attiva, soprattutto delle nostre Aziende Locali del territorio, senza precludere quelle Aziende fuori Regione o oltre, che credono nel valore sociale dello sport sano, e in questo un’amministrazione comunale attenta può fare tanto, può fare molto.
Ad oggi nulla di tutto ciò è stato fatto.  Una squadra in grado di portare 2800 persone all’Adriatic Arena, trasformandola in una sera nella propria casa ideale, merita o no secondo voi un’adeguata attenzione? Nulla è stato fatto per allenatori e giocatrici che vorrebbero e avrebbero voluto restare a Pesaro ad ogni costo, ma che si sono visti costretti a migrare altrove alla ricerca di garanzie che qui, a distanza di cinque anni, non sono ancora arrivate, nell’indifferenza di chi poteva agire con più efficacia.

La Città dello Sport, sta facendo morire per l’ennesima volta la pallavolo di alto livello nella propria città. E dopo cinque anni siamo ancora qui a parlare delle stesse identiche cose. Degli stessi problemi economici. Quel che più dispiace è sentire maggior sostegno da parte delle società e dei tifosi avversari che dalla propria città. Siamo stanchi di essere considerati uno sport minore, questa società merita attenzione e considerazione e i risultati raccolti sul campo e fuori ne sono la più limpida dimostrazione. Risultati ottenuti da soli, rimboccandoci le maniche.

Alla cena di fine stagione organizzata qualche giorno fa, erano tutti in lacrime. Da Barbara Rossi a Matteo Bertini, dalle giocatrici ai tifosi. Fino ad arrivare alle piccole Balusch che provengono dal settore giovanile. Queste piccole ma grandi pesaresi erano in lacrime, non per una sconfitta, ma per la paura di non poter più vedere e riabbracciare le proprie beniamine. Questi sono i valori che lo Sport dovrebbe saper trasmettere. Uno Sport pulito in grado di regalare emozioni uniche. Uno Sport dove il rispetto, per la propria squadra e per l’avversario, è alla base di tutto. Quindi sì, per tutti questi motivi che vanno ben oltre le tantissime vittorie collezionate sul campo in questi anni: LA CITTÀ DELLO SPORT SIAMO NOI.

Ci rivolgiamo quindi a Matteo Ricci, Sindaco di Pesaro, e alla città intera: una realtà del genere, non merita e non può morire. Il tempo delle promesse è finito, ora servono i fatti.

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