Sabato torna a Pesaro la rassegna Teatroltre con "Teoria della classe disagiata (primo studio)"

Sabato torna a Pesaro la rassegna Teatroltre con

Alla Chiesa dell’Annunziata il progetto di Collettivo ØNAR, MALTE

di Ufficio Stampa

Sabato 13 aprile TeatrOltre, il più grande palcoscenico italiano per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei promosso dall’AMAT con i comuni del territorio e il contributo di Regione Marche e MiBAC, torna a far tappa alla Chiesa dell’Annunziata di Pesaro con Teoria della classe disagiata (primo studio), un progetto di Collettivo ØNAR, MALTE tratto dal libro di Raffaele Alberto Ventura su drammaturgia di Sonia Antinori e regia di Giacomo Lilliù in scena con Matteo Principi. Lo spettacolo – in scena a Pesaro dopo un periodo di residenza di allestimento alla Chiesa dell’Annunziata – volge lo sguardo a una generazione cresciuta con il dovere morale di inseguire passioni, prosciugare patrimoni familiari e primeggiare nella scalata sociale, che si ritrova oggi con un terreno che le frana sotto i piedi. Una classe media delusa, disforica, fin troppo acculturata, non più agiata, come diceva a fine Ottocento Thornstein Veblen, bensì disagiata. Teoria della classe disagiata è un saggio che ha dimostrato di saper raccontare empaticamente i millennials e il loro risentimento sommerso. Per spiegare questa “tragedia esistenziale”, l’autore ricorre costantemente alla letteratura teatrale, da Shakespeare a Goldoni, da Molière a Cechov: così, ha naturalmente preso forma l’idea che tale analisi potesse trovare in scena una traduzione efficace. In un non-luogo in cui si incontrano atmosfere fin de siècle ed estetiche web, due figure illustrano, drammatizzano ed estremizzano i rapporti di potere e la competizione disperata che la Teoria descrive: uno è la ragione, il sacerdote, l’economo; l’altro è il sentimento, il sacrificato, il bovarista. Sono il todestrieb e il lebenstrieb della classe disagiata, costantemente in conflitto ma inevitabilmente uniti nell’officiare un rituale-lezione in cui ideali e illusioni bruciano fino alla cenere. L’obiettivo è utilizzare il teatro per mettere tutti, pubblico e attori, di fronte allo specchio, chiamandoli a confrontarsi con le proprie ansie, le proprie contraddizioni profonde, il proprio intimo e condiviso disagio.
 
“Per quanto mi riguarda, al momento quello che a me interessa – afferma il regista Giacomo Lilliù -  è smascherare il teatro, aprire nel guscio della finzione delle crepe che si allargano e lo frantumano per rivelare qualcosa di incomprensibile e nudo. In sala prove ricerco quel quid sepolto, quel lembo di carne viva, ad alta suscettibilità, che se raggiunto ci fa veramente, crudamente reagi-re, al di là del fare finta. Pur trovando più di un’eco di questo intento nella verve decostruttiva di Teoria, ero consapevole che una trasposizione scenica non sarebbe stata immediata. Il saggio non offre appigli narrativi, e per di più unisce all’esposizione specialistica un uso sapiente dell’ironia radicale e impassibile che si coltiva sui social. Per un attore, sono elementi che possono complicare quel processo delicato che è lo stabilire una connessione profonda con il materiale. Ma sotto l’argomentazione stringente e l’ironia, abbiamo sempre e comunque sentito pulsare un nervo scoperto, che potrebbe essere riassunto nella citazione di Walser con cui Teoria si apre, e, in particolare, nella parola “innocenza”. La traiettoria che con Sonia e Matteo abbiamo provato a tracciare nei primi workshop si è delineata quindi come un portare alle estreme conseguenze le premesse e i tratti che compromettono i disagiati. Sebbene diametralmente opposte, le due figure in scena sono ugualmente corrose da una colpevolezza meschina, covata dal loro risentimento e dalle loro aspirazioni. Mentre uno si inabissa nel suo cinico filosofare, l’altro si perde nel sogno delle sue aspirazioni, ma alla fine, pur di evitare la sofferenza reale del declassa-mento, sono entrambi disposti a tutto, anche a immolarsi. Puntiamo così a rendere giustizia all’inquietudine complessa e carsica che percorre Teoria; a dire il vero, la speranza è anche di riuscire, in qualche modo, a esorcizzarla”.
 
informazioni: biglietteria Teatro Rossini 0721 387621, il giorno di spettacolo dalle ore 20 biglietteria Chiesa dell’Annunziata 334 3193717. Inizio spettacolo ore 21.
 
 
 

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