“Il punto cardine del nostro programma di governo è passare da un modello di decrescita felice e di assistenzialismo, che ha impoverito famiglie, imprese e istituzioni, a uno di crescita. Un obiettivo che si raggiunge tornando a produrre reddito e dunque risorse per la comunità, attraverso un grande patto tra tutta l’imprenditorialità. E in questo disegno l’agricoltura ha un ruolo decisivo”. Lo ha affermato Gian Mario Spacca, presidente della Regione uscente e candidato per le elezioni nel sottoscrivere il Green Act, il patto degli agricoltori proposto da Coldiretti Marche, nel corso dell’incontro ad Ancona con i vertici dell’organizzazione.  “Nella crisi, proprio dall’agricoltura è arrivata una risposta positiva – ha sottolineato il candidato per Marche 2020 Area popolare, Democrazia Cristiana e Forza Italia al presidente Tommaso Di Sante, al direttore Enzo Bottos e ai consigli regionale e provinciali della Codliretti – con il settore che ha mantenuto i livelli di occupazione e di reddito e che, soprattutto, è divenuto un vero punto di riferimento per le nuove generazioni. Un comparto che riveste anche una funzione sociale e culturale, non solo produttiva ed economica. Questo ruolo è riconosciuto appieno nel nuovo Psr che, grazie all’efficienza nell’utilizzo dei precedenti fondi comunitari, potrà contare su maggiori risorse. Nel nuovo Piano ci sono risposte alle priorità degli agricoltori, che sono anche le nostre: l’accrescimento delle conoscenze, l’aggregazione in filiera orientata alla qualità, accordi agroalimentari d’area che consentono di ampliare i campi di attività fino alla tutela del territorio – agricoltore custode del territorio -, sostegno al ricambio generazionale, sviluppo dell’entroterra, semplificazione amministrativa, del resto già in atto visto che le misure e sottomisure del Psr sono passate dalle precedenti 123 alle attuali 58; lotta alla contraffazione, sollecitando il Governo ad una maggiore incisività in Europa anche su questo tema. Occorre ora proseguire sulla strada della difesa della biodiversità e della tipicità che ci ha consentito di crescere, soprattutto nel campo dell’agroalimentare, sui mercati internazionali; del rifiuto degli Ogm (le Marche sono da tempo Ogm free); della valorizzazione delle nostre produzioni locali con una diffusione anche nelle scuole e negli ospedali. Tutto questo, però, sarà possibile solo se riusciremo a difendere il nostro modello di organizzazione policentrica e plurale contro chi vuole passare ad uno metropolitano, e se riusciremo a scongiurare lo smembramento della nostra regione”. Il documento in sette punti presentato dalla Coldiretti prevede interventi per il rafforzamento delle imprese agricole anche nella loro capacità produttiva (più filiera corta, ampliamento mercati di Campagna Amica, promozione prodotti locali in supermercati e mense); il sostegno all’associazionismo forestale secondo il modello imprenditoriale del Consorzio Forestale; la riduzione del carico burocratico sulle imprese, applicando il principio della sussidiarietà orizzontale con l’affidamento delle istruttorie di tutta una serie di pratiche ai Centri di assistenza agricola (i cosiddetti SuperCaa), così da far risparmiare tempo e soldi agli agricoltori; etichettatura di origine obbligatoria per i prodotti alimentari e potenziamento controlli antifrodi; Osservatorio regionale per la prevenzione del dissesto idrogeologico e piano regionale per stimolare lo sviluppo delle imprese agricole “multifunzionali”; sostegno, anche finanziario, alla diffusione di una cultura della legalità in materia di lotta alla contraffazione nel settore agroalimentare; risoluzione del problema degli attacchi degli animali selvatici alle aziende agricole.