Primarie PD: "Per un partito forte e unito, con Renzi per andare avanti con le riforme"

Primarie PD:

"Le primarie si svolgono domenica 30 aprile, dalle 8 alle 20 e saranno un appuntamento decisivo per l’Italia, non solo per il PD"

Le primarie sono un’occasione di riscatto per coloro che vogliono davvero cambiare il Paese e non si rassegnano all’immobilismo. Partecipare per fare del PD un partito più forte e unito, per rilanciare un progetto comune e un lavoro di squadra. Scegliere Matteo Renzi perché è un leader coraggioso e capace di andare avanti con la stagione delle riforme.

È l'appello al voto per le primarie dei candidati all'Assemblea nazionale del Partito Democratico nella lista "Avanti, Insieme" a sostegno di Matteo Renzi candidato a segretario nazionale. Di certo la lista più giovane nella provincia di Pesaro e Urbino e forse anche nelle Marche, tanto che il più “vecchio”, con 46 anni, è il capolista Dimitri Tinti. Gli altri, con alternanza di genere, sono Francesca Fraternali (segretaria PD Pesaro), Giovanni Gostoli (segretario PD provinciale), Monica Scaramucci (coordinatrice PD zona Alto Metauro), Mirco Zenobi (sindaco di Mondavio), Patrizia Sabatini (segretaria PD Cagli) e Omar Lavanna (sindaco di Mercatino Conca).

Una bella lista, espressione dei territori, per portare le periferie al centro e migliorare il Pd nazionale. Ognuno con un differente percorso di vita e una sensibilità politica. Una squadra giovane, ma con esperienza, che vuol rappresentare chi si è innamorato della politica per passione, facendo la "gavetta" con umiltà.

Le primarie si svolgono domenica 30 aprile, dalle 8 alle 20 e saranno un appuntamento decisivo per l’Italia, non solo per il PD. Ogni cittadino che si riconosca nel PD avrà la possibilità di scegliere il Segretario nazionale che poi, come previsto dallo Statuto e come avviene nei paesi europei avanzati, sarà il candidato Premier alle elezioni.

Il 30 aprile sarà, in ogni caso, una festa della Democrazia. Le primarie sono ormai un valore, un tratto distintivo e identitario del PD. È l’unico partito in Italia che chiama la sua comunità ad eleggere, in modo aperto e democratico, il proprio leader, a differenza di chi predica bene e razzola male sui blog o di chi si riunisce in una villa per decidere.

Il ringraziamento va a tutti i volontari, da quelli che hanno animato i confronti nei circoli a quelli che presteranno servizio nei quasi 100 seggi nella provincia di Pesaro e Urbino, ai tanti che con entusiasmo sono mobilitati in questi giorni nella campagna elettorale nel contatto diretto, ritrovando la bellezza della dimensione umana della politica e anche a chi ha curato la comunicazione con dinamismo e passione con una presenza costante sui social.

Dopo il referendum del 4 dicembre il sistema politico è bloccato, immobile, incapace di autoriformarsi e di trovare un accordo sulla legge elettorale. La sfida è se andare avanti nella strada delle riforme, correggendo gli errori, per rendere il Paese più efficiente, moderno e giusto o tornare indietro alla logica del proporzionale e del consociativismo, nella palude dei veti e dell’irresponsabilità.

In un clima di insicurezza, di smarrimento e di paura c’è chi propone risposte facili e scorciatoie, chi alza i muri e alimenta l’odio. È la strada della demagogia, del populismo, dell’antipolitica che ad ogni problema cerca subito il colpevole. Il PD si propone invece come forza riformista, per elevare la qualità, la trasparenza e la responsabilità delle scelte, per trovare le soluzioni che i cittadini chiedono. Un partito inclusivo che valorizzi il progetto comune e il lavoro di squadra, il tandem con Maurizio Martina va in quella direzione. Una forza politica che senta e comprenda i bisogni, che ritrovi l’empatia col sentimento collettivo, insomma un “partito popolare”.

Domenica sarà quindi importante la partecipazione e più voti avrà Matteo Renzi e meglio potrà riprendere il cammino delle riforme di cui il Paese ha tanto bisogno, avendo cura delle persone, del territorio e del futuro. Nei 3 anni di Governo ha dimostrato che la Politica non è un esercizio inconcludente, può prendere decisioni, riuscendo a dare risposte ai cittadini con tanti risultati innovativi. Si chiama responsabilità o accountability ed è così che la Politica può recuperare credibilità e fiducia per poter ridare una speranza.

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