Il presidente Papalini: "Guardare ai Paesi ci aiuta a migliorare i nostri prodotti"
di Ufficio Stampa
Dalle iniziative strategiche degli Stati Uniti, sotto la presidenza Trump, e della Russia, con la conferma di Putin alla guida del Paese, fino alla questione coreana, passando per l’espansione strategico-commerciale cinese, i conflitti mediorientali, le debolezze dell’Ue e dell’Italia (“che conta poco”), la questione migratoria: la geopolitica internazionale che impatta sulle ambizioni di internazionalizzazione delle aziende. C’erano oltre 150 imprenditori nella sala congressi della Scavolini, per il quinto incontro organizzato dalla Territoriale di Pesaro Urbino di Confindustria Marche Nord e dedicato ai “bisogni del territorio”.
“L’altro giorno ho detto a un importante imprenditore italiano di non abbandonare l’Iran”, ha rivelato Lucio Caracciolo, fondatore e direttore di Limes, parlando dall’uscita degli Usa dall’accordo internazionale sul nucleare, “che è stato soprattutto un accordo di natura commerciale”. Da qui l’invito a un atteggiamento “meno istintivo” rispetto alla decisione di Trump.
Nel corso del suo intervento e rispondendo alle tante domande degli imprenditori, il geopolitologo ha spiegato che, “in questo mondo caotico ed estremamente frastagliato, gli stati, soprattutto alcuni che magari vorrebbero scioglierne altri, restano decisivi”. Una centralità acquisita a scapito “delle grandi corporation, delle mafie, delle organizzazioni non governative”. Caracciolo ha, infine, invitato a distinguere tra “stati veri”, indicando tra questi come esempi positivi Marocco e Turchia, e “quelli falsi”, come l’Arabia Saudita, “attore centrale sullo scacchiere mediorientale dal punto di vista geopolitico e sulla scala globale per quanta riguarda l’energia”.
L’incontro si era aperto con gli interventi di Fabiana Scavolini, amministratore delegato del gruppo industriale di Montelabbate, che ha annunciato le nuove aperture all’estero e la volontà “di crescere ancora sul mercato interno”, di Rossano Guerri, area manager di Allianz Bank, che si è detto “fiducioso sull’impatto che le grandi sfide di politica interna e internazionale potranno avere sulla mercato della finanza”, di Rino Mini, presidente di Galvanina, che ha focalizzato parte del suo intervento “sulla grande opportunità offerta dal mercato americano per prodotti di qualità italiani”, e di Francesco Divella, marketing manager dell’azienda alimentare di famiglia, presente in 120 Paesi al mondo, “dal Tibet all’Iran, fino all’Africa centrale” per citare solo quelli “più complessi”.
“Ci sono due chiavi per avviare un progetto serio di internazionalizzazione – ha detto Mauro Papalini, presidente della Territoriale di Pesaro Urbino di Confindustria Marche Nord -: la prima è il commitment, cioè la voglia concreta di consolidare un nuovo mercato, senza limitarsi a definire magari una sola commessa; la seconda è l’apertura mentale, necessaria per interfacciarsi con le culture di altri Paesi”. “Un collegamento – ha concluso – che vogliamo favorire con queste iniziative dedicate ai soci, dalle quali emergono indicazioni che permetto all’imprenditore di assorbire rapidamente le differenze culturali e magari modificare, migliorare e adattare il proprio prodotto per avere successo nel nuovo mercato”.