Consegnato a Maria Teresa Federici il Premio Sara Levi Nathan

Consegnato a Maria Teresa Federici il Premio Sara Levi Nathan

Ricci e Murgia: «Una grande donna, che si è distinta per il senso di giustizia e per l’impegno verso gli altri, seguendo gli insegnamenti di don Gaudiano»

È stato assegnato il Premio “Sara Levi Nathan” a Maria Teresa Federici, “per l’esempio di vita e l’impegno pubblico donato a pieno titolo di volontariato alla cura e assistenza di persone emarginate, sofferenti e spesso nel buio della nostra società, con pieno senso cristiano e caritatevole che ha sempre caratterizzato il suo operato”.  
 «Oggi consegniamo un premio importante - ha detto il sindaco Matteo Ricci -, intitolato a Sara Levi Nathan, figura tra le più significative della nostra storia, che ha combattuto e lottato tanto per avere il Paese unito. Tenacia e amore sono state le sue qualità principali, caratteristiche che ritroviamo in Maria Teresa Federici. Una grande donna, che si è distinta per il senso di giustizia e per l’impegno verso gli altri, seguendo gli insegnamenti di don Gaudiano. Quello che le consegniamo oggi è un riconoscimento alla vita e una spinta a non mollare mai. In questa giornata vogliamo anche ricordare Alberto Milazzo, ci manca molto. Sono sicuro che in questo periodo difficile sarebbe stato in prima fila a sventolare la bandiera della pace».  
«Ringrazio Giuliana Ceccarelli e Sara Mengucci che hanno voluto fortemente questo riconoscimento. Grazie anche all’assessora Camilla Murgia, alla presidentessa Guendalina Blasi e a tutta la commissione Donne elette» ha aggiunto il sindaco.  
 Murgia ha ricordato come Federici si sia «contraddistinta per un grande impegno sociale e dedicato alla comunità. Così oggi con tante emozione le consegniamo un premio frutto del lavoro delle Donne elette, commissione di cui sono assessore di riferimento, e con cui condivido pensieri, azioni e proposte; tra cui quelle belle come quella che oggi ci troviamo a celebrare».
L’assegnazione del Premio è «frutto di un lavoro condiviso nel riconoscere il valore dell’opera di Maria Teresa che insieme a don Gaudiano, ha trasformato la casa di via del Seminario in luogo simbolo dell’accoglienza e delle vigilanze sulle povertà emergenti - ha ricordato Guendalina Blasi, presidente della XII Commissione -. La sua è un’opera discreta e costante rivolta ai “piccoli”, agli internati nell’ospedale psichiatrico, ai tossicodipendenti, ai diversamente abili nascosti nelle case». 
 Presenti alla cerimonia, i consiglieri della XII commissione Donne Elette, la III commissione Pari Opportunità, il presidente del Consiglio comunale Marco Perugini, il Ceis - Centro italiano di solidarietà di Pesaro onlus, parenti, colleghi e amici.  
 «Mi avete colto di sorpresa perché questo è il mio modo di vivere – ha detto Maria Teresa Federici -. Ricevere questo premio è stata un’occasione per dirmi alcune cose. La prima è che ciascuno è ciò che respira e di cui si nutre, un aspetto fondamentale per chi ha una responsabilità educativa come me». Federici ha poi aggiunto: «Riconosco il debito che ho verso le persone che ho incontrato e il periodo storico che ho potuto vivere. Anni di cambiamento, che all’epoca sentivamo affidato alle nostre mani e al nostro pensiero». La riconoscenza di Federici è andata poi, «All’incontro con persone con altissimo senso civico: don Gaudiano e mio marito Alberto Milazzo. Entrambi sapevano guardare e amare la città e i suoi abitanti con una cura paterna, per riconoscerne criticità e fragilità e proporre poi cure e attenzioni. Lo hanno fatto senza pregiudizi, secondi fini. Hanno posto il bene comune a garanzia necessaria del bene di ciascuno». «Grazie alla mia professione, che mi ha dato delle capacità; a chi mi ha formato, colleghi di altissimi livello che hanno tramandato il piacere della ricerca fatta nel rispetto degli altri. Grazie agli incontri con persone sofferenti, che mi hanno tenuta legata ai bisogni reali, basilari della gente. Grazie a Pesaro, a tutti i piccoli grandi incontri che mi ha permesso di fare nelle scuole, nella sanità, nel lavoro, nel volontariato. Incroci momentanei e che durano da vita. Grazie ai miei familiari e alla mia comunità, una rete che mi ha sostenuto e sostiene e che mi fa venire nuove idee, che mi fa preoccupare, soffrire per tante cose che vedo e vorrei cambiare».  
 A complimentarsi con Federici anche Anna Maria Mattioli, consigliera comunale, presidente della commissione Donne Elette, «quando le allora assessore Giuliana Ceccarelli e Sara Mengucci proposero la candidatura che accolsi subito con favore - ha spiegato la consigliera Anna Maria Mattioli, allora presidente della Commissione Donne Elette - e che, nel cambio presidenziale, consegnai a Guendalina Blasi. La nuova presidente della Commissione, insieme ai componenti e all’assessora Camilla Murgia, hanno portato avanti il percorso avviato e deciso per l'assegnazione unanime del Premio a Maria Teresa Federici, raddoppiando il consenso e la gratitudine attorno a Maria Teresa, figura esemplare per le donne e la società pesarese». Federici è «immagine reale e coerente di una vita spesa al servizio della comunità, figura vivente del volontariato “di cura”, di attenzione agli ultimi e alle persone ai margini della società. In tanti anni al Ceis, ha rappresentato un emblema di onestà intellettuale, lealtà, condivisione» ha concluso Mattioli. 
 MARIA TERESA FEDERICI 
Laureata in Filosofia, si specializza in Psicologia e avvia la professione psicoterapeutica rivolgendo particolare attenzione alla formazione di insegnanti per portatori di handicap. Incisivo l’incontro con don Gaudiano: insieme trasformano la casa di via del Seminario in luogo simbolo dell’accoglienza e delle vigilanze sulle povertà emergenti. Un’opera discreta e costante rivolta ai “piccoli”, agli internati nell’ospedale psichiatrico, ai tossicodipendenti, ai diversamente abili nascosti nelle case.  
In questo contesto Maria Teresa non esaurisce il suo impegno prestando la sua opera come terapeuta ma si coinvolge nella vita della Casa della Madre di via del Seminario portando avanti sia nell’ambito ecclesiale, sia nella città, i principi di condivisione e partecipazione. Un impegno che subisce una forte svolta dopo la morte di don Gaudiano, con la Comunità che si compatta per continuare a tenere desta l’attenzione sui bisogni degli ultimi. 
 
 
 

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