Confcommercio, Varotti: "Negozi e ristoranti chiusi"

Confcommercio, Varotti:

Sono sempre di più i negozi, i ristoranti ed i pubblici esercizi che, come ha già fatto qualche albergo, stanno prendendo la decisione di chiudere l’attività per almeno 15 giorni

A Pesaro come a Fano e in tutta la Provincia. Confcommercio Pesaro e Urbino e l’Associazione Ristoratori in queste ultime ore – dopo l’ultimo decreto governativo che ha esteso a tutto il Paese le limitazioni ed i vincoli precedentemente previsti per Lombardia e 14 Province (tra cui Pesaro e Urbino) – hanno consultato i propri associati (attraverso il web, i social e le mail – evitando Assemblee vietate!) per capirne l’orientamento.
E la stragrande maggioranza ha deciso di CHIUDERE.
E le motivazioni sono chiare : nel momento in cui si chiede  , per evitare la diffusione del virus e non aggredire ulteriormente il Sistema ospedaliero , di stare in casa  , e visto che da quasi 15 giorni, di fatto, la clientela di negozi e ristoranti e pubblici esercizi è diminuita drasticamente; tenuto conto che i costi per tenere aperta giornalmente una qualsiasi attività  sono notevolmente superiori alle risicate entrare, non ha senso restare aperti. E nel contempo mettere a repentaglio la salute propria e dei collaboratori.
E’ ovviamente una scelta individuale.
La chiusura delle nostre imprese, che più di altri settori sono esposte drammaticamente alla crisi, non fa venire meno l’impegno quotidiano della Confcommercio.
Le richieste che leggiamo, formulate da alcuni operatori, sono le richieste che la nostra Associazione già da settimane ha avanzato al Governo, alla Regione ed alle Amministrazioni Comunali.
Anzi , dopo l’emanazione del decreto legge del 2 marzo , siamo stati gli unici a livello locale e nazionale a protestare per il mancato riconoscimento dei danni causati al settore della ristorazione , dei pubblici esercizi e dei negozi e quindi la non previsione di aiuti per questi settori gravemente colpiti dalla crisi economica derivanti dall’emergenza coronavirus.
E se – come ci risulta – nel decreto di prossima (speriamo) emanazione da parte del Governo, queste attività avranno gli aiuti sperati, il grande merito va al lavoro che a livello locale e nazionale ha svolto la Confcommercio.
Ribadiamo comunque le richieste:
Sospensione del pagamento di contributi previdenziali e assistenziali e delle tasse
Estensione Cassa integrazione in deroga ed estensione del Fondo integrazione salariale ( FIS )
Previsione di una indennità almeno quadrimestrale per i lavoratori autonomi
Sospensione del pagamento delle UTENZE e delle imposte locali (compresa tassa occupazione suolo pubblico)
Sospensione dei termini dei versamenti alla Camera di Commercio
Sospensione delle rate dei mutui, leasing e posticipo di un anno della valuta degli interessi bancari
 
Solo in questo modo si può pensare, alla fine di questa emergenza, di ritrovare ancora le imprese, pronte, come sempre, a rimboccarsi le maniche.

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